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venerdì 1 marzo 2013

The "Sheriff"


The "Sheriff"
Testo e foto by Everett


L'ex-sceriffo della contea mostra gli strati geologici che hanno contribuito alla formazione del Plateau

       Da quando ha smesso di fare lo sceriffo non ha certo smesso di esserlo dentro, intendo nell'anima. Con gli stivaletti di cuoio, la cintura di pelle con una vistosa borchia ellittica di metallo, un largo cappello a tesa western ed il look di quelli che non hanno certo nulla da farsi insegnare Tom Kelling  ha conservato il modus e l'approccio alle vita di chi aveva governato questo territorio del Sud-Ovest con l'occhio attento di chi amministra il territorio, esercita le funzioni di rappresentante delle istituzioni e soprattutto di chi conosce e governa la "sua" contea anche con l’autorevolezza della forza quando è necessario e comunque senza scendere mai a compromessi.





    Qui a Moab, Utah dove le estati sono secche e lunghe quanto freddi e pungenti sono gli inverni, e  nella bella stagione il sole rimbalza impietoso sulle rocce rosse di Arches e ti ustiona la pelle prima che te ne accorgi, il landscape ricorrente è quello degli arbusti del chaparral e dell’arenaria vermiglia delle mesas, dei butte e degli arches. Il nome Moab deriva dalla Bibbia e significa "la terra affianco alla Terra Promessa". I Moabiti, che vivevano ad est di Isreaele, storicamente erano considerati i nemici perpetui degli Israeliti, il Popolo Eletto. E si diceva in passato che la regione era come una valle verde e splendente nel mezzo di un difficile deserto, come uno "smeraldo nel deserto"  ecco perchè quando le carovane dei mormoni arrivarano da queste parti nel 1800, questo piccolo villaggio ebbe per similitudine in dono il nome di Moab. 

    Per Tom Kelling, questo territorio è vasto e difficile da percorrere, tutto rocce e fenditure dove perdersi è un attimo, e soprattutto da conoscere palmo a palmo se non vuoi farti sfuggire il ladro di bestiame, l’assassino, il baro.

Kareen accompagna un gruppo di rafters durante la discesa del Colorado River dalle Fisher's Towers


    Non un posto da femminucce, Moab, anche se il turismo ha portato negli ultimi anni tante, molte (qualcuno dice troppe) persone a conoscere ed amare le meravigliose durezze di questo territorio. Come all’inizio della stagione quando gruppi di rafters e turisti si cimentano tra le rapide del Colorado nel Whitewater, lì dove l’acqua schiuma per la rabbia di essere incanalata tra le due ripide pareti che diventano solo poche miglia più a sud il Grand Canyon; o quando i futuri climbers da tutto il mondo vengono qui per partecipare ai workshop di Canyoneering, di Free Climbing o degli altri sport estremi che la cittadina dello Utah è fiera di offrire ai propri visitatori.
    Stretta tra Arches NP a Nord, Canyonlands NP a Sud-Est ed il fiume Colorado che l’attraversa da  Nord-Est a Sud-Ovest, Moab è il posto giusto per sperimentare tutta questa voglia di avventura. E con gli scenari meravigliosi che la natura offre tutto attorno è quasi normale che Hollywood abbia scelto Moab ed in suoi dintorni per  ambientare tutta una serie di famosi lungometraggi di successo. Sin dal lontano 1949 l'area è stata famosa come locations per i film. Dai classici di John Wayne come "Ombre Rosse" (Stagecoach) sino a Geronimo, Comancheros e tutta la serie di pellicole di ambientazione western. Ma per venire più vicini a noi ricordiamo che  Thelma e Louise fanno la loro scena finale lanciandosi mano nella mano nel nel Colorado River lungo lo Shafer Trail a Dead Horse Point vicino a Moab mentre passando di fim d'azione alcune scene di Mission Impossible II sono state girate qua, per non parlare dello struggente 127 Hours, ambientato in uno slot Canyon nei dintorni della cittadina dello Utah.   
    E’ per questo che Tom ha accettato di fare lo sceriffo qua… per raggiungere le fattorie più isolate sa che deve percorrere velocemente secchi tratturi a bordo del suo automezzo. Sa che non può fermarsi davanti al primo wash allagato o ai numerosi flash flood che inondano di mortale fanghiglia rossa le strade del West nella stagione dei temporali, e sa che anche se la strada è bumpy e piena di rocce che tagliano le gomme, lui deve essere sul posto "as soon as possible" per essere a disposizione dei suoi concittadini. E sapendo di essere il migliore, ha accettato la sfida a patto di avere un mezzo di spostamento sempre affidabile ed un arma sempre pronta e col colpo in canna.
The Sheriff mostra l'avantreno dell'Hummer H1 che utilizza per le escursioni sulle slicrock di Moab

    Chi l’ha visto correre per la contea sui luoghi dei crimini sa che uno sceriffo in servizio qui deve avere delle doti speciali e deve essere anche un grande driver – e qualcuno l’avra’ senz’altro notato manovrare tra quegli sterrati malandati, sulle rocce gelate dall’inverno, tra la neve, tra la sabbia, tra le mille asperità di questa terra bella e cruda. “O diventi come un pilota di rally o qui non sopravvivi” mi ha confessato quando mi ha raccontato la sua storia.

     Ecco perché ha accettato di essere la prima guida per una nota compagnia  che organizza Tour su potenti Hummer qui a Moab. E sa di essere il migliore, The Best.
   
    Hummer nasce bel quando la AM General, che è la costruttrice del veicolo per l'esercito americano HMMWV (High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicle), neglio noto come Humvee, decise di produrne la prima versione civile ed omologabile, l'H1. Poi dal 1999 il marchio Hummer divenne proprietà della General Motors anche se  ad AM General rimase la responsabilità della produzione - La seconda serie (prodotta a partire dal 2005) montava un motore V8 di 6,6 litri di cilindrata che sviluppava 300 CV (221 kW) capace di portare questo bestione ad una velocità massima di oltre 140 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 13,5 secondi nonostante la sua grande mole. Il consumo è ovviamente molto elevato, e si attesta attorno ai 4 km con un litro, ma grazie al serbatoio da 195 litri l'autonomia è di circa 750 km.  Essendo derivata dalla tecnologia militare questa macchina va praticamente ovunque. Nessun ostacolo, pendenza elevate, sabbia, acqua, roccia spaventa questo mostro d'acciaio e di potenza. Riesce a salire anche in verticale sui muri, si scatena su fango e neve, atterra su una sola ruota grazie a semiassi e sospensioni pazzescamente progettati, non si tira indietro nei passaggi più rischiosi. A causa delle dimensioni smisurate dei consumi elevati a partire dal 2006 l'Hummer H1 non è più commercializzato, ma ovviamente viene ancora utilizzato in queste occasioni, dove mostra tutte le sue potenzialità. 

   E quando è in mano a Tom l'Hummer "canta". Solo lui riesce a salire in retromarcia sull'infido slickrock su pendenze di 45° con 6 persone a bordo. Solo lui riesce a sgommare su creste a gobba d'asino con due strapiombi ai lati che farebbero inorridire anche Messner.
   Quando è lassù tra le rocce rosse lui e l'Hummer sono una cosa sola - riuscirebbe a guidarla anche bendato - non come qualche suo collega che si è recentemente schiantato giù dallo slickrock, azzardando qualche manovra che solo lui riesce a fare. Poi dopo aver superato il passaggio più impegnativo The Sheriff ama fermarsi in qualche posto magico, dove può dominare la sua vallata ed allora guarda lontana verso l'orizzonte ed finalmente si toglie gli occhiali scuri e con quelle pupille chiare ed a fessura ti guarda dolce e forte negli occhi.
 
   E se qualcuno gli chiede chi glielo fa fare lui ti risponde tranquillo, sorridendo: "Because I can !"

Il percorso sulle Slicrock con l'Hummer Tour che parte da Moab

 
 


 

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